Al via i saldi invernali che dal 4 gennaio al primo marzo interesseranno oltre 600 mila famiglie marchigiane.
210 i milioni di euro che saranno spesi, in media ogni famiglia farà acquisti per 300 euro, 130 euro pro capite.
A fare i conti l’Ufficio Studi Confcommercio Marche che cifre alla mano sottolinea anche come nel 2008 si spendessero oltre 500 euro, il 30% in più rispetto ad oggi.
Insomma anche i saldi soffrono il calo dei consumi, anche se rispetto all’anno scorso, c’è un po’ più di ottimismo e speranza e poi a cambiare c’è la tendenza del luogo dove si faranno acquisti: molto meno on line, molto di più nei negozi vicino casa, quelli che animano le vie e i centri cittadini che permettono di toccare con mano la qualità dei capi e di provando i modelli e le taglie più giusti.
Senza contare che gran parte dei prodotti acquistati online arrivano a destinazione percorrendo strade sempre più intasate ed inquinate, con pacchi ed imballaggi che dovranno essere smaltiti.
Con i saldi arriva poi puntuale anche il vademecum per degli acquisti. A ribadire i principi base la Federazione Moda Italia-Confcommercio:
Innanzitutto la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme.
In questo caso il negoziante è tenuto a riparare o sostituire il capo e, nel caso non fosse possibile, deve ridurre o restituire il prezzo pagato.
Chi ha acquistato deve però presentare il reclamo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Anche per quanto riguarda la prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
Il negoziante è invece tenuto ad accettare pagamenti con carte di credito.
I capi in vendita in saldo devono avere carattere stagionale o di moda, tuttavia nulla vieta di vendere anche merce non alla stagione in corso.
Infine è obbligatorio per il negoziante indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.