Alberi e rami caduti in mezzo alle carreggiate, tegole ed insegne volate via, pali pericolanti e coperture di capannoni, stalle e fienili divelte, oltre che black out a macchia di leopardo in tutta la regione.
Da nord a sud è lunga la scia di danni della bufera di vento che si è abbattuta sulle Marche con raffiche di tempesta fino a 140 chilometri: l’entroterra a sud delle Marche la zona più colpita dalla burrasca che ha mandato in tilt il centralino dei vigili del fuoco e costretto i pompieri ad un superlavoro.
Oltre 170 gli interventi effettuati solo nella notte, di cui 60 tra le province di Ascoli e Fermo e una trentina nel maceratese.
Ad Amandola le stalle di un allevamento sono state letteralmente scoperchiate, a Piane di Morro alcune tegole sono volate sopra a un edificio scolastico e a Fermignano un grosso albero è caduto sulla copertura di un distributore senza per fortuna ferire nessuno con i pompieri che sono dovuti intervenire con l’autogrù per rimuoverlo.
A Marischio di Fabriano invece le forti raffiche hanno divelto la copertura del capannone Whirlpool che ospita il magazzino spedizioni, a Pianello Vallesina scoperchiato il tetto di una fabbrica di stampi.
Gli studenti dell’istituto agrario Salvati non sono andati a scuola.
Un albero è caduto in via Roma a Castelbellino.
Diverse poi le auto danneggiate da insegne pubblicitarie divelte a San Severino dove è stato necessario chiudere anche una strada che conduce in centro per via degli alberi caduti sulla carreggiata.
Ad Urbino la burrasca di vento non ha risparmiato nemmeno Palazzo Ducale.
Per via di alcuni interventi di messa in sicurezza del tetto il comune ha emanato un’ordinanza che vieta la circolazione in via Selvalai sia in auto che a piedi fino al 13 febbraio.