A San Ginesio nel maceratese, nel cuore del cratere sismico, esiste un Point of Care, un punto di salute che serve a curare i pazienti che rischierebbero l’isolamento.
Ed esiste grazie anche al contributo della Fondazione Merloni.
Il mezzo è la telemedicina.
Il coronavirus ha messo in luce la fragilità del sistema che si occupa di persone fragili, come anziani e immunodepressi.
In questo caso la telemedicina può essere un supporto utilissimo.
La gestione è semplice, attraverso smartphone e tablet che si servono anche di audio e video conferenze per monitorare il paziente, tenere sotto controllo il suo trend di salute. I dispositivi medici sono economici, così come le app. Nelle Marche la telemedicina è stata sperimentata in case per anziani e Rsa, a Senigallia, Fermo, all’Inrca di Ancona, ma ci sono complessivamente 300 strutture che gestiscono persone anziane e molto di più si potrebbe fare. Non solo in relazione al covid ma anche contro l’isolamento delle aree interne: in questo modo persone e pazienti si potrebbero spostare solo per reali necessità.