Un cittadino di origine pakistana arrestato e un altro denunciato.
E’ il bilancio di un operazione della Squadra Mobile e del Commissariato di Senigallia che dopo una indagine durata circa un anno, hanno alzato il velo su una vicenda di sfruttamento del lavoro e immigrazione clandestina.
I due in regola con il permesso di soggiorno e residenti nel senigalliese sono accusati di intermediazione illecita e caporalato, ma anche per fatti connessi ad episodi di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
I due pakistani, titolare e co-gestore di una impresa, assumevano operai, per lo più connazionali, che venivano mandati a lavorare nelle aziende agricole della provincia di Ancona, con le quali avevano stipulato contratti di appalto di manodopera, stabilendo compensi per i lavoratori inferiori a 5 euro.
Le vittime erano anche costrette a lavorare molte più ore di quelle previste nelle normative, controllate continuamente e obbligate a vivere nel sottotetto di un’abitazione di Senigallia in pessime condizioni igienico-sanitarie.
Dalle poverissime paghe venivano anche tolte forzatamente quote per pagare il vitto, l’alloggio e il trasporto dei braccianti presso le aziende agricole interessate.
Gli sfruttatori costringevano gli operai a consegnare loro i documenti di identità ed i permessi di soggiorno per obbligarli a sottostare alle loro regole e impedirgli di allontanarsi.