Prostituzione, spaccio di droga, tratta di essere umani, ma anche riciclaggio ed illecita intermediazione finanziaria verso la Nigeria.
Operava in ogni settore dell’illecito la cellula della mafia nigeriana che forte dei suoi legami con molti paesi europei ed extraropei aveva allungato i suoi tentacoli lungo la costa tra Ancona e Teramo.
A stroncare questa costola locale chimata Eyie dal nome di uccello mitologico nigeriano ci ha pensato la squadra mobile di termamo in collaborazione con quella di ancona.
Dopo mesi di indagini i poliziotti sono arrivati a ricostruire l’organizzazione gerarchica e il modus operandi di questo soldaizio criminale che aveva preso la forma di una confranternita a cui si accedeva dietro il pagamento di una tassa di iscrizione e un giuramento e che si nutriva di regole, dogmi, riti di affiliaine, ma anche violenze, punizioni corporali e pestaggi pe chi non rispetta le regole e i businness illeciti.
Per chi si affiliava non c’era scampo all’illecito: spaccio, prostizuione, tratta di donne, volenze e riciclaggio facevano parte del business attorno a cui ruotava omertà, minacce e intimidazioni.
A rompere quel muro di silenzio e segretezza che proteggeva la cellula locale della mafia nigeriana un membro del gruppo che dopo un violento pestaggio ha poi deciso di collaborare.
Di qui il blitz della mobile che nelle ultime ore ha portato al fermo di 20 nigeriani, di cui la metà domiciliati nelle marche tra Ancona jesi ascoli san bendetto e grottammare.
Quattro sono invece ancora ricercati.