Anche il sindaco di Muccia, Mario Baroni, attende da 4 anni di tornare nella sua casa. Da allora vive in affitto. Ma quella lunga sequenza di scosse del 26 ottobre 2016 non la può cancellare: 19.11 magnitudo 5.4, 21.18: 5.9. E poi la più distruttiva: il 30 ottobre, 6.5.
Con l’arrivo del commissario straordinario Legnini la ricostruzione ha avuto una accelerazione, più nel settore privato che nel pubblico, ma bisogna e bisognava fare piu velocemente.
Muccia ha il 90% di case inagibili, e quasi l’80% di persone fuori casa: per l’esattezza il rapporto tra residenti e sfollati è del 78,57%.
E’ il primo comune nelle Marche. Contava meno di 900 cittadini, una trentina non sono tornati. La scadenza della presentazione delle domande per i danni lievi, il 30 novembre, la tocca marginalmente perché le case b non sono più di 10, e molte nel tempo sono passate ad E, anche per via delle scosse di assestamento. Per la ricostruzione pesante mancano ancora perimetrazioni e progetti. Nel frattempo è stato allestito un cavalcavia con ascensore per raggiungere il polo commerciale che raduna i commercianti con uno dei villaggi Sae – un modo per sottrarre gli anziani ai pericoli della strada – ci spiega il sindaco, – e passerelle per collegare i villaggi evitando lunghi giri. Le inaugurazioni verranno fatto quando il covid lo permetterà. Si perché il virus è arrivato anche qui: nell’ultima settimana alcuni cittadini si sono ammalati.