Tavole apparecchiate a terra a simboleggiare la condizione in cui si trova la categoria. Infatti seduti a terra davanti al monumento del Passetto ci sono loro, una cinquantina tra ristoratori, barman, cuochi, camerieri, sommelier, pasticceri a rappresentare tutto il lavoro che ruota attorno al settore che con la chiusura anticipata alle 18 è destinato a pagare il conto più salato alla crisi innescata dal covid. La serata infatti rappresenta il 70% del fatturato.
Per questo in modo silenzioso, ordinato e distanziato ad Ancona, dove la location è rimasta segreta fino all’ultimo per evitare infiltrazioni estremiste, come in altre 23 piazze italiane, la Confcommercio Marche- Fipe ha voluto lanciare il suo grido di allarme.
Nella nostra regione le imprese interessate sono più di 8.000.
Aziende che hanno già perso il 30% dei consumi delle famiglie che garantiscono 62 milioni di euro l’anno di entrate nelle Marche
Ad aprire la manifestazione è stato il suono del silenzio suonato dalla tromba e a chiuderla è stato l’inno di Mameli. In mezzo la protesta silenziosa ma carica di preoccupazioni e timori degli operatori del settore che nella nostra regione vede impiegati 14 mila donne e 10 mila uomini, di cui la metà rischia il posto di lavoro.