Un nome che echeggia in questa importante giornata che ricorda le vittime dell’Olocausto, quello di Gino Bartali.
A farlo rivivere, a distanza da oltre vent’anni dalla sua morte, è la nipote Gioia che da anni ormai vive stabilmente nel territorio marchigiano ed è giunta proprio qui grazie a Suo nonno, amico di un ciclista di Montegranaro, Michele Gismondi, mostrando un forte legame anche con la nostra terra.
Bartali sotto il Nazifascismo aiutò svariati Ebrei a salvarsi, e lo fece proprio in sella alla sua bicicletta, tra le altre azioni permise ad una famiglia di Ebrei di nascondersi in una cantina di sua proprietà, insomma arrivò a salvare tra tutto circa 800 persone e questo lo ha portato all’ottenimento di svariati riconoscimenti internazionali.
Nonostante questo si sono sollevate alcune polemiche in questi giorni a causa di un libro, pubblicato dallo storico Stefano Pivato, che nega il decisivo ruolo che il ciclista avrebbe avuto nei confronti degli Ebrei, affermando di fatto che questa sarebbe una storia inventata. Non si è fatta attendere la replica della nipote, che sottolinea come vi siano ingenti prove e testimonianze dirette a sostegno del volto umano e filantropico del nonno.