“Vivere è dignitoso sopravvivere no”.
Lo slogan della sua battaglia Luca Bernardi lo annuncia con un filo di voce ma con tutta la sua forza.
Inchiodato in un letto dalla Distrofia Muscolare di Duchenne e attaccato ad un respiratore 24 o e su 24 fa difficoltà a parlare.
Per questo la sua richiesta di aiuto l’ha scritta al pc che è ormai la sua finestra sul mondo in una lettera che il 34 enne jesino ha inviato ad una sfilza di istituzioni, dal capo dello stato Mattarella al governatore Acquaroli passando per il premier Draghi.
A loro chiede di non dimenticare i disabili come lui.
Con il covid sono diventati fantasmi tanto che attendono ancora il vaccino. Eppure il virus non ha cancellato i loro problemi e quelli dei caregiver che se ne prendono cura.
Per tutti loro luca si batte e ha lanciato pure una petizione on line su change.org per chiedere di garantire a tutti i disabili minori, adulti e anziani l’assistenza domiciliare indiretta grazie ad un contributo che in base al reddito alle condizioni di salute e alla rete famigliare di supporto consenta alle persone non autosufficienti la cura e l’assistenza a domicilio piuttosto che in un istituto.
E poi tra le richieste anche la fornitura gratuita di materiali farmaceutici e ausili per disabili, la possibilità di visite ed esami a domicilio l’aumento della pensione d’invalidità e dell’indennità di accompagnamento e lo snellimento delle pratiche per chi si trova a fare i conti oltre che con il peso della malattia anche con quello della burocrazia.
Una ricetta che Luca grida alle istituzioni pur con un filo di voce.