La valanga di Rigopiano non fu dovuta alla scossa di terremoto: lo ha stabilito il tribunale di Milano respingendo il ricorso della compagnia di assicurazioni della proprietà dell’Hotel Farindola, dove trovarono la morte, il 18 gennaio del 2017 29 persone, tra cui 6 marchigiani.
Il tribunale civile avrebbe escluso il nesso di casualità tra valanga e sisma, aspetto molto dibattuto nel processo penale e che era stato invece riconosciuto da uno studio scientifico depositato agli atti da alcuni imputati, e da una perizia di parte, entrambi firmati dagli stessi periti.
Una tesi che non ha mai convinto i parenti di alcune delle vittime e su cui si è pronunciato nei mesi scorsi il tribunale di Milano respingendo il ricorso della compagnia assicurativa in merito ad una polizza di copertura dei danni per terremoto. La notizia si è avuta solo in queste ore ed è stata commentata con favore dai parenti delle vittime, che parlano di un primo atto di giustizia verso chi ha perso la vita in quella tragedia per la quale si dovranno individuare eventuali responsabilità.
Tra le vittime i 2 marchigiani della provincia di Macerata, Marco Tanda, 25 anni, pilota Rayanair di Castelraimondo, Emanuele Bonifazi, 31 anni di Pioraco, dipendente dell’Hotel Farindola; due della provincia di Ancona, la coppia osimana Domenico di Michelangelo, poliziotto di 41 anni e Marina Serraiocco, sua moglie di 37 anni, e due dell’ascolano, Marco Vagnarelli 44 anni operaio e la compagna Paola Tomassini, 46 anni barista della società Autogrill entrambi di Castignano.
A loro quella massa di neve staccatasi dalla montagna non ha lasciato scampo, come ad altre 23 persone che con loro condividevano l’albergo, che fosse per vacanza o per lavoro.Una sentenza che è solo un piccolo passo, ma importante per stabilire eventuali responsabilità per quelle morti