L’afa e la siccità che hanno mandato in tilt le api, lasciandole senza polline e nutrimento nelle marche hanno tagliato la produzione di miele, quest’anno più che dimezzata rispetto all’anno scorso.
Nelle Marche il nettare degli dei ha accusato un crollo di oltre il 60 per cento.
Lo dicono i dati Coldiretti che disegnano la mappa del miele in italia alle prese con il pazzo meteo.
Con le fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine le api sono a secco di nutrimento e ormai allo stremo.
Per questo gli oltre 3300 gli apicoltori marchigiani sono stati costretti ad interrompere la raccolta negli oltre 80 mila alveari della regione già a metà luglio.
Risultato: scarseggia il miele di ogni varietà, dal millefiori estivo al miele d’acacia che hanno registrato il calo più pesante con punte di oltre il 70 per cento in meno.
E la produzione made in Italy scesa attorno ai 13 milioni di chili è fra le più basse dell’ultimo decennio e oltre che con la siccità e il caro materie prime che ha fatto schizzare i costi di vasetti ed etichette, ora deve fare i conti anche con la concorrenza straniera.
In Italia in cui si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, le importazioni sono aumentate di quasi il 18% nei primi cinque mesi del 2022, specie da Ungheria, Romania e Ucraina.
In pratica in quasi 2 vasetti su 3 il prodotto è straniero. Di qui l’importanza di verificare sempre l’ etichetta e quindi l’origine del miele che portiamo in tavola.