Giuseppe Cicone, pediatra di Osimo, è l’autore della mail ormai virale:
“Certifico che tre i pargoli allontanati stamane da scuola per febbrone misurato con il termoscanner (37,4°), hanno effettuato a domicilio misurazione della temperatura con il termometro della nonna il cui risultato è di 36,4°. Si consiglia rientro a scuola di corsa con termometro al seguito, regalo per i bambini e rimborso benzina per i genitori che hanno abbandonato il posto di lavoro per recuperare la prole”.
Un certificato che ovviamente non ha inviato alle scuole, ma che ha scritto come provocazione. Lo incontriamo nel suo studio. Ci spiega che la maggioranza degli istituti segue il protocollo, che in realtà è una norma di legge allegata al dpcm, ma c’è UNA MINORANZA che esagera. A pagina 5, ci mostra, si parla di febbre superiore a 37,5, tosse, dolore muscolare.
Sul rischio di sottoporre i bambini a continui tamponi sottolinea che deve prevalere il buon senso di scuole, genitori e pediatri. Il piccolo con sospetto covid deve seguire un percorso, i bambini sotto 6 anni con problemi di salute diversi devono dotarsi di certificato, ma per le assenze inferiori a 3 giorni non è necessario neanche quello.
Intanto Nadia Storti, direttore dell’Asur Marche, ha annunciato l’arrivo dei primi 4 mila test rapidi per gli studenti. Dispositivi attesissimi dai pediatri, molto simili al test rapido per lo streptococco.