LAVORATORI DELLO SPETTACOLO IN PIAZZA AD ANCONA

LAVORATORI DELLO SPETTACOLO IN PIAZZA AD ANCONA

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Tecnici di scena, operatori dei service, coreografi, registi, danzatrici, professori d’orchestra, cantanti e attori in piazza contro le restrizioni del Governo che affossano il settore.

Oltre un trecento le lavoratrici ed i lavoratori dello spettacolo delle Marche,  che osservando le regole anticontagio, hanno manifestato  ad Ancona in piazza del Plebiscito, per chiedere un intervento urgente per il mondo dello spettacolo.

La protesta di Ancona rientra  in una più ampia manifestazione nazionale che unisce piazze di tutta Italia.

“L’emergenza Covid-19 – sostengono i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil – ha evidenziato la debolezza strutturale dell’intero settore, da anni interessato da un inesorabile processo di precarizzazione, i cui esiti porteranno ad una perdita di professionalità e posti di lavoro. Per questo si chiede d’ intervenire sia a livello nazionale sia regionale.

Nelle Marche si contano circa 6000 addetti  che, per la maggior parte, sono precari.”

Le richieste del sindacato, a livello nazionale, riguardano la necessità di una riforma complessiva che porti ad un reddito di continuità, diritti e tutele universali, come la malattia e la maternità spesso inesistenti.

“A livello regionale poi – si legge in una nota- si chiede di affrontare l’emergenza  ma soprattutto di guardare al futuro ed ottenere interventi strutturali come l’aggiornamento della legge regionale sullo spettacolo ferma al 2009, costituire un tavolo permanente con i rappresentanti sindacali e degli artisti, individuare forme di sostegno alle realtà strutturate (Form, Marche Teatro, ecc.) ma anche a quel tessuto di compagnie e singoli artisti, fuori dal FUS (fondo unico dello spettacolo), censire ed assegnare gratuitamente gli spazi per tecnici e artisti.  Inoltre, si chiede di sostenere e valorizzare gli artisti marchigiani e individuare forme di sostegno con borse di ricerca.”

Le organizzazioni sindacali sollecitano, infine, un ripensamento delle forme di sostegno alla cultura, soprattutto in funzione del miglioramento della qualità del lavoro.