Jesi nell’anconetano è il primo comune ad entrare in zona arancione.
Il provvedimento scatta lunedì 22 febbraio, con sospensione delle attività didattiche in presenza per scuole secondarie di 1° e 2° grado, bar e ristoranti che potranno effettuare esclusivamente il servizio di asporto e consegna a domicilio.
Saranno chiusi parchi e centri polivalenti, mostre e musei.
E’ consentito lo spostamento fuori Comune, nel limite comunque del territorio provinciale.
Il sindaco Massimo Bacci ha deciso di adottare il provvedimento dopo un confronto con il presidente della Regione e la dirigente del Servizio Salute e alla luce dei dati relativi a contagiati e quarantene, dei focolai in città e in alcuni comuni limitrofi, delle criticità all’ospedale cittadino per l’altissimo numero di ricoverati Covid, e del carico di lavoro oltre il limite da parte dei medici Usca impegnati nelle cure domiciliari.
Il provvedimento resterà valido almeno fino a domenica 28, ma sarà prorogato nel caso in cui la curva dei contagi non dovesse scendere.
Jesi al momento ha 354 persone contagiate, 749 in quarantena, ma i numeri sono in continuo aggiornamento in aumento.
“So che è una decisione che creerà difficoltà, ma davvero la situazione rischia di sfuggire di mano” ha detto il sindaco Bacci, sottolineando che i contagi sono in crescita soprattutto tra gli adolescenti e nella fascia di età compresa tra i 45 ed i 60 anni.