Da mercoledì e fino a domenica a mezzanotte negozi chiusi, come le scuole di ogni ordine e grado, ed estetisti e parrucchieri in tutta la provincia di Pesaro Urbino, così come nel fermano. Tra i commercianti si avverte l’esasperazione.
Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci spiega che ci sono una media di 242 positivi ogni 100 mila abitanti, e che la fatidica soglia dei 250 non è stata superata. Ma in accordo con la regione si è deciso di giocare d’anticipo.
Pesaro ha resistito meglio forse per la campagna di screening nelle scuole (presto ne partirà una seconda con 2 mila tamponi per le società sportive). Ora alla regione si chiedono: ristori per chi resterà chiuso, congedi per le famiglie con i figli a casa, e la moltiplicazione dei punti vaccinali: almeno uno ogni 40 mila abitanti, 4 tra Pesaro e Vallefoglia (ora sono uno a Pesaro, uno a Fano e uno a Urbino). Uno nuovo è stato individuato all’Iper Rossini nella città capoluogo di provincia.
Intanto rimarranno aperti solo i negozi con codice ateco che lo consentirà: ad esempio quelli per bambini e di articoli per lo sport.
Tutti sono comunque concordi nel dire che i ristori devono arrivare in tempi brevi, non come accadde nel primo lock-down.
I cittadini, dal canto loro, sono preoccupati ma anche rassegnati perché qui il covid un anno fa colpì duramente.