Sono 35 mila le persone assistite nei centri di salute mentale delle Marche.
Il loro numero è aumentato con la pandemia, ma si è ridotta per gli operatori la capacità di assisterli.
Sul territorio sono sorti centri come il circolo Franco Basaglia in via Sacripanti ad Ancona: prima era frequentato da persone di età medio alta, ora anche da giovani.
C’è un gruppo di una 70ina di persone che praticano calcio e volley, una 20ina seguono il progetto vela – ma ora tutto è sospeso
Massimo Melchiorre, responsabile clinico del centro di salute mentale, ci dice che vengono gestiti solo per il comune di Ancona circa 1800 accessi al mese tra interventi medici, psicologici, educativi e centro diurno.
Il malato mentale spesso viene identificato come pericoloso anche se non commette più reati, gesto aggressivi o autolesionisti degli altri. I disagi sono sostanzialmente di due tipi: la malattia mentale grave, che ha bisogno di una assistenza strutturata, ma anche lo stato di depressione, ansia, disturbi di adattamento che sono molto aumentati col covid. Il centro deve rispondere ad entrambi i bisogni. Questi problemi colpiscono tutte le fasce di età
Gli operatori in organico, attualmente 730 nelle Marche, vanno aumentati. L’ Associazione nazionale delle polisportive dilettantistiche per l’integrazione sociale è in prima linea. Roberto Grelloni, il vice presidente Anpis e portavoce al tavolo tecnico per le famiglie, ha chiesto alla regione l’istituzione di un osservatorio permanente. I paesi del Nord Europa spendono il 15% del Pil sanitario in salute, l’Italia il 5%, le Marche solo il 2,5%.
Altro dramma sociale quello degli adolescenti che hanno bisogno di tornare a scuola: nell’ultimo anno i tentati suicidi sono aumentati del 20%.