Libertà è emancipazione, parafrasando una celebre canzone di Giorgio Gaber, possiamo dire che proprio l’emancipazione dal pregiudizio, è stato uno dei tratti distintivi della Banda Mario, una formazione partigiana attiva nelle Marche, che aveva la sua base alle pendici del Monte San Vicino, tra le località di Elcito, Valdiola e l’abbazia di Roti.
Era composta da donne e uomini di una decina di nazionalità diverse. Oltre agli Italiani, marchigiani e non, c’erano Somali, Etiopi Montenegrini, Serbi, Croati, Cecoslovacchi, Polacchi, ebrei e anche un austriaco che aveva disertato dalla Whermacht (le forze armate tedesche)
una brigata dove si parlavano tra le 8 e le 10 lingue , dove si professavano 3 diverse religioni, come spiega lo storico della resistenza Matteo Petracci nel suo libro Partigiani d’Oltremare
Un gruppo mistilingue, multiculturale e multireligioso che non si forma a caso nelle Marche: questa regione era infatti stata scelta, ancora prima dell’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale come alleata della Germania nazista, come territorio dove costruire campi di prigionia e di internamento, in quanto lontano dai confine e con pochi collegamenti e senza infrastrutture militari strategiche. Dopo l’8 settembre del 43 e il collasso dello stato e dell’esercito, ci fu la fuga dei prigionieri, aiutati dalle famiglie contadine, tra cui quella dell’istriano Mario Depangher, prigioniero a San Severino, costituì e diede il nome alla Brigata che, sui monti, si unì alle formazioni partigiane
In un territorio battuto da stranieri in fuga le capacità di comunicazione di Depangher gli permettono di svolgere al meglio la funzione di aggregatore in una formazione dove, secondo i ruolini partigiani, risultano esserci più di 50 donne, tra combattenti e fiancheggiatrici
Simbolo della resistenza nelle marche del Nord, Valkiria Terradura, comandante del Settebello, una squadra di 7 ragazzi che rispondevano ai suoi ordini; un esempio di come la resistenza sia stata un momento di grande trasformazione che ha, fatto di necessità, le base di un processo di emancipazione spesso ancora osteggiato.