“Non avrei voluto ‘sporcare’ la data del 25 aprile e su questo chiedo scusa”. Il giorno dopo la pubblicazione del post di Matteo Salvini e Marine Le Pen a testa in giù, Maurizio Mangialardi, torna sulle intenzioni che lo hanno portato a postare su Istagram una storia in cui in molti hanno letto un’allusione a Piazzale Loreto. D’altra parte la data era quella del 25 aprile, giorno della liberazione 77 anni fa, 4 giorni prima dell’esposizione a testa in giù, proprio a Piazzale Loreto a Milano, dei corpi di Mussolini, della Petacci e di alcuni gerarchi fascisti.
Se ne è parlato nella seduta del Consiglio Regionale delle Marche, nel corso della quale è stata approvata, con con 16 voti favorevoli (7 contrari e 2 astenuti), una mozione proposta dai Gruppi di Maggioranza e con la quale si condanna l’atto del consigliere Mangialardi, capogruppo del PD in Regione. “Netta condanna per una comunicazione violenta, intollerante, di istigazione all’odio verso l’avversario politico”, si legge nella Mozione votata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza italia, UDC e Civici Marche.
Mangialardi si difende :”Non c’era bisogno di questo clamore”, ha detto, sottolineando di “essere sempre stato per il dialogo e non per lo scontro”, e di non aver “mai istigato alla violenza neanche verbale”. Ha ribadito la lettura distorta del suo messaggio, una strumentalizzazione che non aveva nessuna attinenza con fatti che, ha sottolineato “ non riesco neanche a citare, che non appartengono alla mia cultura, e ritengo imbarazzanti”. L’immagine ribaltata voleva enfatizzare l’affermazione di Macron in un contesto in cui, qualche giorno prima dell’esito delle presidenziali in Francia, Salvini aveva dichiarato che la vittoria della Le Pen avrebbe ribaltato le sorti dell’Europa, quando il voto in realtà aveva ribaltato la candidata francese e il suo sostenitore italiano.
Il clamore era comunque inevitabile e ora, sul ruolo in Consiglio di Mangialardi, potrebbe esprimersi il suo Partito dopo un confronto con il diretto interessato.