Non consumare nuovo suolo ma ristrutturare od utilizzare l’invenduto. C’è questo concetto dietro la scelta fatta a Rotella in provincia di Ascoli Piceno. Non costruire Sae per i terremotati, ma alloggi sostitutivi realizzati a palazzo Magnalbò, un antico edificio nel pieno centro storico del piccolo paese dell’entroterra ai piedi dell’Ascensione. Sono undici appartamenti che rappresentano il primo esempio di un recupero edilizio pubblico all’interno del centro storico di un paese terremotato, completi di tutto, nuovi arredamenti, impianti efficienti, ascensore e nessuna barriera architettonica. La struttura può accogliere fino a 24 persone, con spazi di diverse dimensioni, autonomi e indipendenti. Il costo complessivo dell’intervento è pari a circa 404.000 euro, finanziati coi fondi dell’emergenza. Al taglio del nastro ha partecipato anche il commissario straordinario alla ricostruzione Piero Farabollini, insieme al presidente e al vicepresidente della giunta: Luca Ceriscioli e Anna Casini, e al sindaco di Rotella Giovanni Borraccini. Se oggi il palazzo è casa di accoglienza per gli sfollati, cessata l’emergenza diventerà un centro per anziani che potranno essere assistiti nella loro terra: un progetto nato addirittura negli anni 80. La Regione – ha spiegato il presidente Ceriscioli – ha acquista 180 appartamenti in alternativa alle Sae che rimarranno anche dopo con funzione di natura sociale; anche molti sindaci facendo le Sae hanno pensato a cosa ne faranno dopo.