Quando la mamma di Pamela, Alessandra Verni, è arrivata al Tribunale di Macerata ha partecipato al lancio di palloncini in onore di sua figlia, una manifestazione che ha coinvolto una decina di amici e conoscenti arrivati da Roma, poi allontanati dalle forze dell’ordine per motivi di sicurezza. Poco prima, l’arrivo di Innocente Oshegale, dal carcere di Forlì, il trentenne nigeriano accusato dell’omicidio della 18enne romana e che deve rispondere di 5 reati: omicidio volontario, violenza sessuale, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere. La prima udienza del processo si è chiusa dopo 5 ore, poco prima l’uscita dal Palazzo di Giustizia della Criminologa Roberta Bruzzone, perito di parte della famiglia di Pamela, soddisfatta per la decisione della Corte di Assise di accettare la validità degli atti e delle notifiche presentate. Sono state invece respinte dai giudici della Corte d’assise tutte le eccezioni proposte dalla difesa, come la non ammissibilità di alcuni accertamenti irripetibili svolti nel corso delle indagini per difetti nelle notifiche, e anche sulla richiesta di non ammettere alcune parti civili (proprietario della casa e Comune). Nel corso dell’udienza è stata fissata la data della prossima, che si svolgerà il 6 marzo. Una cinquantina i testimoni ammessi dai giudici, tra cui il collaboratore di giustizia che dice di aver ricevuto da Innocent Oseghale la confessione dell’omicidio. Sarà lui il primo ad essere sentito.
