Dopo 8 anni, la gente di Arquata ormai alla rinascita del borgo non ci crede più.
La paura è quel quel progetto preliminare di ricostruzione del centro storico, presentato a Milano come il più all’avanguardia d’Italia per quanto riguarda l’ingegneria antrisismica rimanga sulla carta.
Eppure la conferenza dei servizi ha dato il via libera ed ora l’Ufficio speciale ricostruzione predisporrà la gara per affidare i lavori, finanziati con 71 milioni di euro.
Obiettivo mettere in sicurezza quel colle diventato simbolo della devastazione del sisma ancorandolo a due maxi pozzi sotterranei in cemento armato grazie a 328 tiranti e 13 km di cavi.
Completamente imbragata e rinforzata, la collina si trasformerà così in un maxi cantiere pubblico privato grazie alla formula della ricostruzione unitaria privata. Poi il via ai lavori: prima la messa in sicurezza della strada di accesso al paese e della provinciale, poi i terrazzamenti e infine le case con le reti idriche ed elettriche che saranno anche visitabili nella parte centrale del paese.
Un progetto unico nel suo genere, che farà da modello a tutto l’Appenino centrale, i cui tempi di realizzazione sono ancora incerti.
Intanto però tra le casette, dove la gente vive ormai da 8 anni, serpeggia la sfiducia. La paura è che la ricostruzione modello tanto sbandierata rischi di rimanere sulla carta o un un sogno irrealizzabile.
Immagini ed interviste nel tg delle 19.30.