Un coro di “vergogna” ha accompagnato il flash mob che si è svolto sotto la Corte di Appello di Ancona. Sindacati e associazioni hanno voluto dire no alla sentenza emessa proprio da questa Corte, da tre giudici donne, annullata dalla Cassazione che assolve due presunti stupratori perché la vittima sarebbe troppo mascolina e poco avvenente per essere oggetto di attrazione sessuale. I fatti avvennero il 9 marzo del 2015: una 22enne peruviana fu seviziata in via Ragusa da due diciannovenni. La giovane si presentò con lacerazioni il giorno dopo in ospedale e venne operata. In primo grado furono condannati a 3 e 5 anni, ma la Corte d’Appello il 23 novembre 2017 ribaltò la sentenza, definendola “scaltra peruviana” che avrebbe organizzato la notte goliardica e che neppure piaceva ai due imputati tanto che avevano registrato il numero sul cellulare con un termine dispregiativo. La Cassazione ha annullato la sentenza, quindi il processo è da rifare. Il procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona, Sergio Sottani, ha dichiarato: “Attenzione alle parole, così si criminalizzano le vittime”.