Sono bastate 4 foto ritrovate presso un antiquario di Pesaro, il fiuto dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale e il lavoro di ricerca della Soprintendenza e le tre sinopie asportate dagli affreschi della Chiesa di Santa Maria della Misericordia di Castelferretti, dopo 50 anni, sono tornate a casa.
Erano nell’abitazione di un restauratore di Urbino. Negli anni 70 aveva avuto l’incarico di riportare a nuova vita gli affreschi della chiesetta, risalenti al ‘400 e invece pensò bene di portarsene a casa un pezzo, asportando quelle linee tinte di rosso, con cui gli artisti dell’epoca erano solito abbozzare le loro opere.
Si tratta di una sorta di disegno preparatorio dell’affresco, invisibile ad occhio nudo, che il restauratore “infedele” per anni aveva tenuto per sé come una sorta di prezioso “souvenir” e che ora forse era in procinto di vendere, come testimoniano le foto ritrovate.
Nessuno se ne era mai accorto e nessuna denuncia formalizzata. Finché l’occhio scrupoloso dei carabinieri ha fatto scattare prima la perquisizione e il sequestro e poi la riconsegna delle tre sinopie al Comune di Falconara.
Il tutto senza alcuna conseguenza penale per il restauratore. Troppo tardi. Il reato di appropriazione indebita si è ormai prescritto.
Ma le sinopie di Castelferretti non erano l’unico “ricordino” che il restauratore si era portato a casa. Nella sua abitazione i militari hanno trovato anche altre opere ancora da ricollocare: una statua, un affresco e un dipinto.
E se alcune opere cercano ancora casa, le tre sinopie di Castelferretti l’hanno trovata. Ora toccherà alla Soprintentenza decidere sulla loro collocazione.
Quel che è certo che il loro recupero è servito per accendere i riflettori su questa chiesetta, gioiello di Castelferretti che il Comune punta a valorizzare.