Dopo quella negativa dello scorso anno quando a causa delle condizioni meteo e della mosca, si era avuto un calo nella produzione di circa il 30%, la raccolta di quest’anno di visciole sta andando molto bene.
Merito del meteo che ha favorito oltre la quantità anche la qualità di questo frutto tipico di tutto l’Appennino tra Marche e Umbria.
La visciola è un’antica varietà di ciliegia selvatica, dal colore rosso scuro e dal sapore acidulo la cui raccolta avviene tra giugno e luglio. Un tempo molto era diffusa, soprattutto nelle campagne del Pesarese, con Cantiano e Pergola che hanno fatto uno dei loro simboli, e dell’Anconetano, ma anche nel Maceratese.
Poi ha rischiato di scomparire.
Si è salvata dell’estinzione grazie,però, inizialmente ad un piccolo gruppo di agricoltori che è riuscito anche a valorizzarne l’ uso che rischiava di andare perso o di rimanere solo a livello amatoriale .
Negli ultimi anni la visciola è stata oggetto di una graduale riscoperta.
Il prodotto più conosciuto è il vino di visciole, con una produzione che coinvolge una quarantina di imprese.
Ma la visciola, sorella povera della ciliegia, è ottima anche per la preparazione di marmellate, acquaviti, cioccolato, dolci e formaggi senza dimenticare l’uso semplice e straordinario che ne facevano le nostre nonne, ricoprendole con zucchero e tenendole esposte al sole .
Dalla tradizione alla scienza, la visciola è finita anche al centro di una ricerca che ha visto insieme Coldiretti, Università di Camerino e un’azienda agricola di Macerata.
I risultati hanno evidenziato come la visciola rappresenti un aiuto importante nella prevenzione delle malattie degenerative a livello neurologico e muscolare soprattutto legate all’invecchiamento grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.