NONNA PEPPINA: LA SUA CASETTA NON E’ ABUSO EDILIZIO,  TUTTI ASSOLTI

NONNA PEPPINA: LA SUA CASETTA NON E’ ABUSO EDILIZIO, TUTTI ASSOLTI

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Era già il simbolo della resistenza dei terremotati,  ma ora nonna Peppina  è diventata anche l’emblema  della loro rivincita.

Dopo due anni di odissea giudiziaria   l’anziana nonnina sfrattata dalla sua casetta abusiva di San Martino di Fiastra e rientrata tra le sue quattro  mura di legno appena un anno fa,  ha vinto anche  sul fronte  penale.

La sua casetta  infatti non  è un abuso edilizio e il fatto non costituisce reato.

A scriverlo nero su bianco  è il  Tribunale di Macerata che  assolve  i committenti della  casetta,  ovvero la figlia e il genero  e anche il titolare dell’impresa  di Fiastra che realizzò l’abitazione, tutti finiti a processo con l’accusa di abuso edilizio.

Avevano deciso di costruirla proprio per far restare l’anziana nonnina  nella sua terra dopo che il terremoto l’aveva sfrattata dalla casa in cui aveva sempre vissuto.

Peccato però che la zona fosse sotto il  vincolo paesaggistico e mancassero delle  autorizzazioni.

Di qui il sequestro della Forestale e  i  sigilli alla casetta con Peppina che prima si sistemò in un container  lì vicino e poi finì a Castelfidardo a casa della figlia e infine anche in ospedale.

Solo a fine novembre 2017  con  un emendamento al decreto fiscale, la cosiddetta norma “Salva Peppina”, arrivò lo pseudo condono.

La  sua casetta di  legno  venne dissequestrata e nonna Peppina    tornò  ad abitarci, insieme  ad una signora che le fa compagnia.

E’ qui che oggi a quasi tre anni dal sisma  e a pochi giorni dal suo 97 esimo  compleanno   nonna Peppina festeggia  la fine di un incubo e di un calvario. Sia sul fronte giudiziario che su quello  umano.