Avrebbero nel tempo distratto dall’azienda in fallimento ingenti risorse economiche e finanziarie, costituendo una nuova società avente lo stesso oggetto sociale, allo scopo di aggirare i creditori, in particolare l’Erario.
In pratica attraverso numerose operazioni contabili sarebbe stato svuotato il patrimonio della società fallita e fatto confluire in un nuova azienda, appositamente creata e messa al riparo dalle passività accumulate per oltre due milioni e mezzo di euro.
Per questo la Guardia di Finanza di Ancona ha indagato dal 2017 su sei persone: il gip ha emesso nei loro confronti ordinanze di custodia cautelare personale del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche per la durata di un anno.
Del sodalizio fanno parte anche due fratelli.
Si tratta di un 66enne e un 56 enne indagati per essersi resi responsabili, con altre quattro persone – un 64enne, un 26enne, un 58enne e un 53 enne, dei reati di bancarotta fraudolenta e di “trasferimento fraudolento di valori”.
La sede legale e operativa si trovava ad Ancona.
Gli amministratori indagati, inoltre, avrebbero consegnato, scritture contabili frammentarie che non rendevano possibile la ricostruzione del patrimonio societario e delle movimentazioni degli affari, per nascondere i beni appartenenti alla società fallita.
I finanzieri hanno sequestrato quote societarie e l’intero patrimonio della nuova società per un valore complessivo di circa duecentocinquantamila euro, perquisendo tutti gli immobili nella disponibilità degli indagati e sequestrando materiale d’interesse.