Potrebbe essere morto per il malfunzionamento degli apparecchi in dotazione Giovanni Cascone, l’operaio 29enne residente a Falconara che ha perso la vita nell’esplosione dell’area di servizio Esso lungo la Mezzina sulla strada per Monte Urano nel fermano.
Secondo gli accertamenti di Asur e Vigili del Fuoco la deflagrazione non sarebbe stata provocata da una perdita di gas, ma dall’aria compressa immessa nella cisterna del sistema antincendio situato nella cabina dove l’operaio stava lavorando.
In pratica martedì 19 novembre il gestore dell’area di servizio aveva notato una perdita d’acqua vicino all’impianto antincendio: aveva allertato la Goldengas di Senigallia proprietaria del distributore, che a sua volta si era rivolta alla Mds, la ditta responsabile della manutenzione che aveva inviato il 29enne sul posto.
L’operaio aveva attivato la procedura per mettere in pressione la cisterna ed individuare la perdita, ma la cisterna è esplosa. Dunque lo scoppio potrebbe essere dipeso dal malfunzionamento dell’attrezzatura dell’operaio, forse non idonea all’operazione.
Questo potrebbe far finire nel registro degli indagati , del fascicolo aperto dalla procura di Fermo, i responsabili della Mds di Falconara per cui Cascone lavorava.
Intanto l’autopsia sul corpo del giovane ha confermato l’arresto cardiaco per politrauma: il giovane è morto per essere stato sbalzato via dall’esplosione ed essere stato investito dalla pioggia di componenti dell’impianto.