In principio c’era anche lei la città delle cento torri tra le 44 in lizza per il titolo di “Capitale italiana della cultura 2021”, ma a sorpresa proprio nel giorno dell’annuncio, Ascoli ha fatto un passo indietro ritirando la sua candidatura, cedendo il passo ad Ancona e Fano.
Così nelle Marche la corsa all’ambizioso titolo, detenuto da Parma sarà a due e non a tre.
E pensare che il capologo piceno era stato il primo a candidarsi nelle Marche, ma alla notizia di dover competere con Ancona e Fano si è subito tirato indietro.
“Eravamo convinti di avere i requisiti artistici, culturali, gastronomici – spiega il Sindaco piceno Marco Fioravanti – e avevamo la speranza che tutte le Marche avrebbero sostenuto la nostra candidatura. Ma così non è andata, dato che corrono anche Ancona e Fano”.
“Candidature deboli, prese singolarmente” secondo il sindaco, che annuncia però l’intenzione di riprovarci nel 2022, a patto che la candidatura di Ascoli sia l’unica nelle Marche, con l’appoggio della Regione e dell’Anci.
Rimangono invece ancora in lizza Ancona e Fano, pronte a sfidarsi e a giocarsi tutte le carte a loro disposizione.
La città della fortuna ha scelto di puntare sull’eredità di Vitruvio e dei Malatesta, e sui suoi tanti eventi culturali di prestigio, da Passaggi Festival a Fano Jazz by the sea.
Il capoluogo dorico invece ha deciso di scommettere sul porto antico e la Mole, sul teatro delle Muse e sulla programmazione teatrale e musicale della città, oltre che sui tanti festival che ormai la animano.
Del resto il dossier di Ancona era già pronto dal 2018, da quando aveva presentato la manifestazione di interesse poi ritirata per lasciare il posto a Macerata.
Ora Ancona e Fano però non guardano in faccia a nessuno e tirano dirtte ognuna per la propria strada, mentre Ascoli, che rimane fuori dalla corsa, si lancia in un’altra sfida.
Con una lettera inviata dal sindaco al Ministro Fransceschini la città si candida ad ospitare la nuova Soprintendenza delle Marche Meridionali.