E’ finito prima nel commissariato di polizia di Atene e poi in un’aula di tribunale per il processo per direttissima il viaggio della speranza di Emiliio Vincioni, il papà 46 enne di Sassoferrato volato in Grecia per rivedere la figlia di appena 4 anni in occasione del suo compleanno.
Era appena arrivato all’aeroporto di Atene con una valigia carica di regali per la sua piccola, quando la polizia ellenica lo ha prelevato.
Su di lui pende l’accusa di non aver provveduto a versare tutti gli alimenti per il mantenimento della sua bimba: Emilio si sarebbe limitato a pagare 400 euro al mese al posto di 550 euro.
Di qui la denuncia da parte della sua ex, il fermo e l’udienza, rinviata al prossimo 13 febbraio. La sua ex moglie infatti non si è presentata in aula.
E’ questo l’ultimo capitolo di un’odissea che si trascina da 4 anni. Da quando la sua ex , dopo il parto in Grecia, decise di non voler più rientrare in italia.
Di qui la battaglia legale per chiedere il rimpatrio della piccola a suon di sentenze e ricorsi in un braccio di ferro internazionale tra tribunali italiani e greci, sbarcato anche di fronte alla Corte di Giustizia Europea.
Risultato, Emilio che in 4 anni ha visto la figlia appena una trentina di volte, si ritrova ad essere un papà “turista”, per lo più in stato di fermo e sotto processo.
A sostenerlo ci pensa l’associazione Penelope, da tre anni al suo fianco nella sua battaglia a favore dei diritto alla bigenitorialità dei minori all’estero, una battaglia, che nonostante gli appelli al Premier Conte e al Presidente Mattarella, ancora oggi non ha portato a nulla.