Avrebbero dovuto acquistarci libri, biglietti per assistere a concerti o spettacoli teatrali, per vistare un museo o una fiera.
Invece 2503 neodiciottenni con i 500 euro del bonus cultura hanno comperato play station, smartphone e videocamere grazie alla complicità di una 72 enne amministratrice di una società di Jesi del settore del commercio al dettaglio di apparecchi elettronici.
L’indagine condotta dai finanzieri della Compagnia di Jesi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ancona, è stata denominata “18APP” e ha richiesto 8 mesi di investigazioni.
A farla scattare una segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie.
L’importo complessivo della frode ammonta a 939.000 euro.
Il legale rappresentante della società coinvolta e il socio della donna di 42 anni, sono stati denunciati per indebita percezione di contributi erogati a soggetti privati ai danni dello Stato
I ragazzi che hanno utilizzato illecitamente i 500 euro dovranno invece pagare una sanzione pari al triplo dell’importo indebitamente utilizzato.