Annunciano battaglia i sindaci delle zone terremotate dopo che venerdì, nel corso della commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, nessuno degli emendamenti necessari a sbloccare la ricostruzione è passato.
Poche, ma precise, le richieste del commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini.
La prima era la proroga dello stato di emergenza che scade a fine anno e che avrebbe consentito anche di procedere all’assunzione di personale necessario per espletare le pratiche burocratiche.
Collegato a questo era stata chiesta la stabilizzazione del personale al lavoro per la ricostruzione nei Comuni.
In questo caso pare non si sia trovata la copertura economica anche se era stato chiesto di utilizzare il Sisma bonus in aggiunta al contributo di ricostruzione o in alternativa per gli interventi più piccoli.
No anche alla richiesta del commissario di destinare il 5% della ricostruzione pubblica al sostegno delle attività produttive, visto che sta scadendo la Zona franca urbana.
Infine c’era lo 0,5% in più, da calcolare sul totale del contributo, per i professionisti: in questo modo si poteva incentivare l’autocertificazione, che velocizza di molto le pratiche.
I sindaci, tutti d’accordo con le misure, ora sono sul piede di guerra.